La cannabis Kush: un viaggio nel Medio Oriente

Scopriamo le origini della varietà autoctona orientale più famosa al mondo.

La “Kush” è una varietà ben nota ai coltivatori professionisti di cannabis, che ne apprezzano le diverse qualità uniche e particolari. Per via delle sue caratteristiche genetiche, la Kush è stata incrociata con altre varietà per creare ibridi tra i più apprezzati.
Ma da dove proviene di preciso e quali sono le sue caratteristiche principali? Vediamolo insieme nel seguente articolo.

Cenni storici La varietà di cannabis Kush prende il nome dalla regione di provenienza, l’Hindi Kush: una catena montuosa di 800 km tra l’Afghanistan centrale e le aree tribali del Pakistan settentrionale, caratterizzata da un clima molto rigido.
Se la parte meridionale della regione è esposta ai monsoni estivi, le parti occidentali e settentrionali ricevono pochissime piogge. Il terreno, nonostante il clima ostico, è comunque molto ricco di nutrienti. Le temperature rigide e il clima difficile hanno permesso alle varietà autoctone di sviluppare un’ottima resistenza alle basse temperature: è infatti una tra le varietà più adatte ai climi freddi.


Le caratteristiche principali Il fatto che si sia evoluta in una delle regioni dal clima più rigido al mondo ha reso la cannabis Kush una varietà molto forte, che richiede poca acqua e non teme il freddo.
Si tratta di una varietà a prevalenza indica, con contenuto di THC intorno al 20%, che si adatta bene a tutti i climi. Le piante di cannabis Kush sono basse (raggiungono massimo il metro e mezzo di altezza) e folte, dai colori che vanno dal verde a sfumature del viola; i pistilli invece sono di color ruggine quasi arancione. Le piante offrono un ottimo rendimento (raccolto di 400 grammi circa per pianta) oltre ad avere caratteristiche organolettiche molto interessanti. Gli aromi sono profondi e pungenti, tendenti al fruttato e al dolce con richiami all’incenso e al pepe.
L’ibridazione con altre piante ha reso la cannabis kush una delle varietà più apprezzate al mondo: è tra le più popolari tra gli esperti del settore per la sua semplicità di coltivazione, considerando il fatto che tollera alcune imprecisioni come valori di ph non ottimali. In generale, nel mondo dei coltivatori professionisti, parlare di varietà Kush significa parlare di cannabis di qualità decisamente superiore.




Gli ibridi più interessanti Come accennato sopra, la cannabis Kush si presta molto bene alle ibridazioni, che nel corso degli anni hanno fatto sì che nascessero varietà molto forti dagli aromi unici: alcune di queste hanno vinto diversi premi per le eccellenti qualità.
L’OG Kush è sicuramente l’ibrido più famoso al mondo. Nato in California negli anni ‘90, è l’incrocio tra tre varietà: la Chemdawg, l’Old World Paki Kush e il Lemon Thai. Non solo è un ibrido popolare, ma è anche all’origine di diversi altri ibridi di successo come la Bubba Kush e la Tahoe OG Kush.
Proprio la Bubba Kush è la varietà ibrida che ha fatto incetta di premi: la predominanza dell’indica e i suoi aromi preziosi la rendono molto apprezzata. Ha fatto collezione di premi anche la Master Kush: varietà dall’aroma di bosco e menta piperita con foglie verde scuro che emanano un profumo intensissimo. La Royal Kush Automatic è invece l’incrocio tra varietà Ruderalis e la Kush: si tratta di una combinazione a basso contenuto di THC (13% circa).
Altre varietà ben note sono poi: la Melon Kush con un profumo di pino e terra; la Skywalker OG dal sapore tra fruttato e diesel; la Purple Kush dal sapore che richiama l’uva; la Candy Kush che ricorda gli agrumi e le bacche.

In conclusione La varietà di cannabis Kush prende il nome da una catena montuosa del Medio Oriente. Le piante, a dominanza indica, sono resistenti ai climi più rigidi e necessitano di poca acqua: questo le rende ideali anche per i coltivatori alle prime armi. Dotata di sapori e aromi unici e particolari, ha dato origine a ibridi di successo decisamente popolari tra gli esperti del settore: non a caso è una tipologia di cannabis di qualità superiore.
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